Cosa sono i Redirect SEO e come usarli correttamente

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Redirect: chi era costui? Ci perdonerà Manzoni se parafrasiamo la famosa domanda di Don Abbondio per introdurre un argomento che spesso suscita qualche perplessità, soprattutto in chi si approccia per la prima volta al mondo SEO.

In questo articolo troverai una guida che ti aiuterà a capire non solo cosa sono i reindirizzamenti ma soprattutto a cosa servono e come utilizzarli al meglio.

Soprattutto perchè, prima o poi, ne avrai bisogno per il tuo sito 😉

Il redirect è necessario quando vuoi fare un bel restyling alle tue pagine, quando ne elimini qualcuna, la sposti su un altro URL oppure ti trovi nella necessità di unire più pagine o domini.

Da un punto di vista strettamente pratico quindi il redirect ti permette di mantenere accessibile il tuo sito sia per gli utenti che per i motori di ricerca.

Lo so, hai un’altra domanda: è uno strumento che ripaga in termini di visite giornaliere, user experience e ritorno di investimento? Sì, ed è per questo motivo che devi padroneggiare al meglio l’argomento!

Ecco cosa imparerai in questa guida:

Il redirect: un Superman versione SEO

Ti racconto una storia, a metà strada tra una tragedia greca e un horror di quelli alla Stephen King.

 

Hai deciso di cambiare i connotati al tuo sito di e-commerce perché magari hai introdotto una serie di prodotti nuovi che vuoi integrare con quelli vecchi.

 

Un sabato qualunque di una settimana qualunque cambi dominio e migri il contenuto del vecchio sito al nuovo.

 

Programmi il nuovo template, fai prendere aria a diverse sezioni: a qualcuna dai una semplice spolverata virtuale, a qualcun'altra invece tocca un bel restyling.

 

Alla fine ti alzi, saluti con un po’ di nostalgia il vecchio sito, spegni tutto e ti godi il week end, pronto ad assaporare il successo del nuovo store.

 

Peccato che dopo una settimana ti accorgi che il traffico in entrata è precipitato ai minimi storici: sul tuo sito praticamente avete navigato soltanto tu, tua madre e qualche parente (forse). Cos’è successo? Te lo spiego subito.

 

Il crollo del traffico è dovuto molto probabilmente al fatto che le vecchie pagine non vengono più caricate, un evento che genera una sostanziale delusione nei tuoi potenziali clienti che si stancano di essere reindirizzati a una pagina di errore. Un broken link, come vedremo, non genera lead e aumenta il tasso di abbandono del sito.

 

C’è anche un’altra ragione forse più tecnica ma dotata di una notevole rilevanza e per spiegartela userò l'esempio delle pillar page.

 

Queste pagine "pilastro" sono delle autentiche autorità del tuo sito che, se ben fatte, con il passare del tempo acquisiscono sempre più importanza. Toglierle e non comunicare ai motori di ricerca che una nuova pagina sta sostituendo la vecchia, vuol dire perdere autorità.

Mr. Google la tratterà freddamente, considerandola come un ospite che si presenta improvvisamente a cena senza invito, e la posizionerà in fondo alla classifica.

 

Fortunatamente esiste un modo per evitare questa spiacevole situazione. Ed è qui che entra in gioco il nostro redirect, un autentico Superman della SEO!

Cos’è il redirect?

Ogni pagina web ha un indirizzo che tecnicamente si chiama URL ovvero Uniform Resource Locator. Quando sposti il contenuto di una pagina da un URL all’altro, diventa indispensabile utilizzare un reindirizzamento che aiuti l’utente a passare dal vecchio indirizzo al nuovo.

 

In buona sostanza si tratta di un’istruzione che comunica all’utente e ai motori di ricerca che quella pagina è stata spostata.

Cosa succede da un punto di vista pratico? Quando un cliente o il web crawler di Google visitano una pagina dove è presente un reindirizzamento, sono automaticamente inviati alla nuova destinazione.

Quando si usa il redirect?

Ricapitoliamo: il redirect è un’istruzione fornita al pc per reindirizzare gli utenti che cercano un URL che è stato spostato o rimosso.

 

Questo strumento è utile sia per i visitatori perché possono godere di un’ottima user experience sul tuo sito che per i motori di ricerca che, grazie al reindirizzamento, capiranno che il contenuto è cambiato in maniera temporanea o permanente. Fornire a Google i segnali giusti è fondamentale per muoversi in ambito SEO senza commettere errori!

 

Fin qui tutto bene, ma da un punto di vista pratico quando usare il redirect?

 

Il reindirizzamento è necessario quando cambi dominio, effettui una manutenzione profonda del sito e hai bisogno di mettere in stand-by alcune pagine, quando devi cambiare la struttura di un URL o del CMS o quando passi dal protocollo HTTP al HTTPS, una modifica che rende necessario effettuare reindirizzamenti permanenti dalle pagine "non sicure" alla nuova posizione sicura.

 

Il redirect inoltre è utile quando sono presenti troppi broken links che rischiano di generare un numero eccessivo di pagine 404.

redirect 301 e redirect 302

I vantaggi del redirect

1. Collega le vecchie pagine alle nuove

La tua attività si evolve nel tempo e il tuo sito web deve essere capace di adattarsi alle varie trasformazioni. Il redirect ti permette di introdurre nuovi contenuti mantenendo il tuo posizionamento sui motori di ricerca.

2. È uno strumento efficace di marketing

Stai lanciando un prodotto e sei nel bel mezzo della campagna marketing. Immagina di inviare migliaia di mail ai tuoi clienti per poi renderti conto che quell’URL che dovrebbe generare traffico verso il tuo sito, contiene un errore di battitura.

Il redirect ti serve a reindirizzare il link errato al sito e permettere quindi ai clienti di atterrare sulla pagina corretta.

3. Il redirect è uno strumento essenziale per il tuo e-commerce perché ti aiuta a non perdere PageRank e fatturato

Il classico scenario si presenta quando un prodotto che vendi si posiziona particolarmente bene in SERP ma le scorte dello stesso sono terminate.

 

In questo caso, se prevedi che si tratti di una mancanza solo temporanea, ti basterà informare l'utente circa i nuovi tempi di consegna per permettere allo stesso di decidere se procedere o meno con l'acquisto.

 

In caso contrario, se sai che quel prodotto non tornerà nuovamente disponibile sul tuo negozio online, hai due alternative: 

 

  • impostare il codice di stato 404 o 410
  • optare di reindirizzare i tuoi utenti su un prodotto simile, utilizzando un redirect 301 verso quest’ultimo.


4. Semplifica il passaggio tra un dominio all’altro

Può capitare di dover cambiare nome al proprio dominio, il problema è far capire a tutti i clienti che sono atterrati sul vecchio sito che devono migrare al nuovo. 

Il redirect lo fa automaticamente!


5. Semplifica il reindirizzamento da più domini

Per tutelare la propria attività, spesso si rende necessario acquisire più domini. Se vuoi essere sicuro che tutti conducano alla stessa posizione, non devi far altro che usare il reindirizzamento!

Quali sono gli elementi costitutivi di un redirect?

A questo punto sei pronto per entrare nella parte più tecnica dei redirect.

 

Partiamo da una semplice osservazione: il concetto di redirect è universale, quella che cambia è la strategia che vuoi o devi utilizzare per il tuo sito. Potresti, ad esempio, aver bisogno di un reindirizzamento su una pagina o su un gruppo di contenuti e così via.

 

In linea di massima quindi un redirect è composto da 3 informazioni chiave sempre presenti:

 

• Fonte (Source)

La fonte è la pagina che non vuoi che gli utenti vedano.

 

• Destinazione (Destination)

La destinazione è la pagina verso la quale vuoi indirizzare gli utenti.

 

• Tipo (Type)

Esistono diverse tipologie di redirect. Le più utilizzate, in base all’obiettivo da raggiungere, sono due: redirect 301 e redirect 302.

Cos’è il redirect 301?

Il reindirizzamento 301 comunica a Google & Co. che la risorsa è stata spostata in modo permanente e invia il tuo utente al nuovo URL.

 

I motori di ricerca, quando si trovano di fronte a un 301, rimuovono il vecchio indirizzo, lo sostituiscono con il nuovo e trasferiscono il PageRank al nuovo URL.

 

Un visitatore non noterà la differenza tra un reindirizzamento 301 e un 302, i crawler invece non solo la vedranno ma riusciranno a interpretare nella maniera corretta il segnale che hai inviato.

Cos’è il redirect 302?

Il reindirizzamento 302 invia l’utente al nuovo URL ma, a differenza del 301, comunica al motore di ricerca che quella pagina è stata spostata temporaneamente.

 

Quando Google intercetta un 302 mantiene nel proprio indice il vecchio URL anche se l’utente atterra sul nuovo.

 

I motori di ricerca trasferiscono il PageRank ma lo fanno al contrario ovvero quello acquisito dalla nuova e temporanea pagina viene trasferito alla vecchia.

 

Cosa succede se lasci attivo un 302 oltre il dovuto? Semplice, Google inizierà a considerarlo come un 301 e indicizzerà il nuovo indirizzo al posto di quello vecchio!

Come usare un redirect

Ti anticipo che esistono diversi metodi per creare un redirect.

 

La prima cosa che devi fare è effettuare un audit tecnico del tuo sito per capire quali sono le pagine errate, i link non funzionanti e i problemi di accesso alle pagine.

 

Una volta portato a termine questo step puoi applicare il redirect tramite il file di configurazione .htaccess che ti permette di impostare e gestire nella maniera più efficace possibile i percorsi URL. Il file può essere incluso tranquillamente nella root di un sito.

 

Il secondo metodo invece consiste nell’utilizzo del Cpanel. Nella dashboard che ti permette di gestire server e account di hosting, troverai la sezione "Gestisci Redirect". Qui non dovrai far altro che indicare che tipo di reindirizzamento vuoi impostare, l’Url vecchio e non più esistente e infine il nuovo indirizzo.

 

Se invece utilizzi uno tra i principali CMS come WordPress, Shopify o Prestashop il lavoro sarà ancora più semplice. Ti basterà installare dei plugin di redirect 301-302 e riuscirai con pochi e semplici click a creare i redirect necessari.

3 best practice per utilizzare il redirect correttamente

Vuoi regalare ai tuoi utenti una user experience eccellente e conservare il tuo PageRank? Applica queste best practice:

 

Evita le catene di redirect

 

Le catene di redirect, di cui ci siamo occupati in maniera approfondita nel nostro articolo in cui spieghiamo cosa sono le catene di redirect e perché è meglio evitarle, sono uno degli errori più comuni sui siti Web. Ma in cosa consistono?

 

Immagina un URL A che rimanda a un URL B che a sua volta indirizza a un URL C. 

A Mr. Google tutti questi giri non piacciono infatti segue solo 4 o 5 reindirizzamenti. Al sesto si ferma per evitare di rimanere bloccato e non sprecare il crawl budget.

 

Reindirizza a un URL pertinente

 

Mi è capitato spesso di vedere numerosi redirect indirizzati verso la home page. Niente di più sbagliato! Quando imposti un redirect, devi utilizzare un Url di atterraggio che sia rilevante sia per l’utente che per Google per non perdere rilevanza e PageRank.

 

• Fai le pulizie di primavera

 

Armati di Swiffer e di pazienza e controlla quanti redirect sono presenti sul tuo sito. Sono davvero tutti necessari?

 

Ricorda che i redirect, se eccessivi, non fanno altro che rallentare il sito. Less is more: riduci al minimo il numero dei reindirizzamenti, controlla periodicamente quali sono necessari e quali possono essere eliminati.

Conclusioni

Il redirect è uno strumento essenziale in ottica SEO. Attenzione però a non abusarne, il rischio è quello di sprecare crawl budget e aumentare i tempi di caricamento delle pagine.

 

Utilizzali strategicamente per vedere miglioramenti notevoli sul traffico al tuo sito 🙂

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Elena Pavia Digital Coach

"Amo lavorare con i membri della nostra community per aiutarli a migliorare la visibilità online del proprio sito web con consigli pratici. Ho investito anni ad imparare gli aspetti tecnici dei principali CMS, e a scrivere contenuti web per aiutare i nostri membri a realizzare una campagna di comunicazione di successo!"

Elena Pavia